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Feb

Quando la coppia s-coppia. La mediazione familiare: un percorso alternativo alla separazione giudiziale

La separazione (o il divorzio) rappresentano dei “processi” che, inevitabilmente, implicano un’evoluzione, e una conseguente riorganizzazione, delle relazioni familiari rispetto al piano coniugale, genitoriale, familiare e sociale (Malagoli Togliatti, Lubrano, 2002).

Le fasi che precedono la decisione della separazione (ufficializzata con il ricorso ai legali, leggi anche Gratuito patrocinio: requisiti e modalità d’accesso all’assistenza legale gratuita) sono soventemente caratterizzate da una oscillazione di sentimenti con polarità fortemente contrastanti: rabbia, aggressività, disprezzo si alternano a momenti in cui la coppia tenta delle riappacificazioni.

Questa alternanza di cicli può portare alla cronicizzazione del conflitto e ad un inasprimento del clima emotivo familiare che, in alcuni casi, dura per anni con plurime e dolorose battaglie legali in Tribunale (Bohannan, 1973; Kaslow, 1981).  I minori spesso vengono, più o meno consapevolmente, coinvolti dai genitori in queste dinamiche, anche solo come spettatori di eventi che non dipendono da loro ma che hanno delle ripercussioni rispetto alla loro vita. Si pensi, ad esempio, a quante volte avvengono accesi litigi davanti ai bambini o, al contrario, quando la comunicazione si interrompe e vi è quel silenzio ostile.

Nelle fasi successive alla separazione legale, il disaccordo tra coniugi, se non viene adeguatamente gestito, si traduce in un disaccordo genitoriale che colpisce vari ambiti: educazione, tipo di scuola da frequentare, quale sport praticare, etc.

La  Mediazione Familiare si colloca in questo scenario come una forma di prevenzione del conflitto distruttivo che favorisce la tutela del benessere sia dei genitori sia dei minori. Si tratta di un intervento finalizzato alla riorganizzazione delle relazioni familiari in vista o in seguito alla separazione, al divorzio o alla rottura della coppia a qualsiasi titolo costituita (http://www.simef.net/associazione/cosa-e-la-mediazione-familiare/).

Il percorso si focalizza sulla genitorialità in un’ottica diversa da quella vincente-perdente, colpevole-vittima. Infatti, all’interno di un conteso professionale e accogliente, autonomo rispetto all’ambito giudiziario e con la garanzia del segreto professionale, il Mediatore valorizza le competenze di ciascun genitore attraverso una facilitazione del dialogo e dell’ascolto reciproco. Ai genitori viene così ridato il potere di decidere nel miglior interesse per i propri figli, facilitando il raggiungimento di accordi direttamente negoziati tra loro, al fine di mantenere una comune responsabilità genitoriale.

 La mediazione familiare (da non confondere con la mediazione civile) è un percorso che si articola in una serie circoscritta di incontri (solitamente 12 cadenzati una volta ogni 15 giorni, salvo diverse esigenze legate alla tipologia del caso in questione) e può essere totale, quindi focalizzata anche sugli aspetti economici (leggi anche Nuovi parametri per la quantificazione dell’assegno di mantenimento), o parziale, affrontando solo specifici aspetti.

Scegliere un intervento di mediazione ha diversi vantaggi emotivi ed economici:

  1. Aiuta i genitori a riaprire un dialogo costruttivo, valorizzando e sostenendo le rispettive competenze, al fine di poter prendere delle decisioni idonee per il/i loro figlio/i
  2. Tutela il legame genitori -figli
  3. Facilita la comprensione dei bisogni dei propri figli
  4. Riduce i tempi ed i costi di una separazione/divorzio

Il primo colloquio informativo è gratuito.

Per saperne di più consulta il sito: http://www.simef.net/

Dott.ssa  Simona Stefanile

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